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DI COSA SI TRATTA?

La pratica psicomotoria è finalizzata ad accogliere e rispondere ai bisogni del bambino, offrendogli uno spazio di libera espressione attraverso il movimento, per aiutarlo, nel rispetto dei suoi tempi e delle sue caratteristiche uniche, nel suo naturale percorso evolutivo, oppure in situazioni di difficoltà.

Tale pratica agevola lo sviluppo di potenzialità espressive, creative e comunicative, riferite sia all’ambito motorio sia a quello simbolico – cognitivo e affettivo – relazionale. Promuove nel bambino il piacere di muoversi, offrendogli la possibilità di vivere esperienze di espressività motoria con il proprio corpo. Sostiene la sua capacità di agire e affermarsi nel mondo, facendogli maturare così sicurezza e fiducia in se stesso. Inoltre, gli offre spazi di espressione, comunicazione e gioco, migliorando la capacità di socializzazione e cooperazione. In questo modo gli si agevolano le possibilità di riconoscere i propri stati affettivi e quelli altrui, facilitando il controllo delle emozioni e il contenimento dell’aggressività.

 

COME SI SVOLGE?

Una seduta di educazione psicomotoria è suddivisa in diversi momenti che si differenziano fra loro per caratteristiche e funzioni e che si adattano alle peculiarità del bambino in maniera flessibile. Ogni seduta vede un momento di:

1) Accoglienza, in cui i bambini si raccontano e si ambientano

2) Gioco senso – motorio, in cui il bambino esplora il mondo acquisendo una crescente consapevolezza del proprio corpo e mettendo alla prova le sue capacità sensoriali e motorie. Osserva l’ambiente, tocca, tira, lancia, salta, corre e strofina gli oggetti, in una continua mediazione tra la sua curiosità e gli ostacoli ambientali

3) Gioco simbolico, in cui si favorisce quella capacità di rappresentare in modo reale, attraverso dei simboli, ciò che non è presente e non si può percepire. È una prima capacità di astrazione del bambino che gioca a “fare finta di…” con l’operatore che facilita il suo immaginario

4) Rilassamento, momento in cui il bambino viene accompagnato gradualmente a far calare l’intensità del gioco e a entrare in un ritmo più lento

5) Rappresentazione, è il momento finale in cui il bambino può raccontare ciò che ha vissuto, trasformando in immagini le proprie emozioni. Questo può avvenire attraverso il disegno, le costruzioni e il linguaggio

 

CHI PUÒ FARLA?

Una seduta di educazione psicomotoria è tenuta da un Psicomotricista che ha frequentato e concluso un corso di formazione triennale per Psicomotricisti.

Arcobaleno nel suo Centro di Consulenza e Terapia dell’Età Evolutiva (CTEE) ha in organico da anni diverse psicomotriciste formate presso il Centro di Psicomotricità (C.PM) di Brescia.

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